L'AMPLIFICATORE DIFFERENZIALE

La parte più interessante di un Ampl. Op. è l'Amplificatore Differenziale di cui viene riportato uno schema di principio:

Schema di principio dell' Amplificatore Differenziale

Analizzando tale schema si osserva un circuito costituito da due transistor accoppiati tramite l'emettitore, dalle due resistenze di carico di valore perfettamente uguale e, da un'unica resistenza di emettitore con il compito, tra l'altro, di costituire una sorgente di corrente costante e che agisce su entrambi gli stadi.

 Se le resistenze Rc1 e Rc2 sono uguali e i transistor T1 e T2 hanno gli stessi parametri (cioè sono anch'essi uguali), si è in presenza di un ponte bilanciato:


Schema equivalente dell' Ampl. Diff.

I morsetti intermedi A1 e A2 sono allo stesso potenziale.

Fra di essi non si ha alcuna tensione.

Se a seguito dell'influenza della temperatura cambiano le correnti dei due rami del circuito, la tensione VA12 non varia poiché lo spostamento del punto di lavoro per i due transistor produce lo stesso effetto essendo i due rami uguali.

Se la tensione applicata alla base dei due transistor, nei due rami del ponte, ha lo stesso valore, si ha la stessa caduta di tensione sulla resistenza di collettore.
Tra A1 e A2 non si ha tensione.
La corrente I E = IE1 + IE2 con IE1 = IE2 può essere considerata costante se si impiega una sorgente di corrente costante.

Con tensioni diverse agli ingressi V1 e V2, varia la ripartizione di corrente tra i due rami del ponte.

Così, per esempio, diminuisce la corrente attraverso T2 se quella attraverso T1 aumenta dello stesso valore;   IC1 ¹ IC2 .

Per entrambi i circuiti ad emettitore comune la tensione di uscita VA è maggiore della tensione di ingresso secondo il fattore di amplificazione A.

 E quindi A = VA1 / Vi1 per il primo transistor e A = VA2 / Vi2 per il secondo transistor

da cui avremo che VA1 = - A * Vi1 (tensione di uscita al primo transistor)

e VA2 = - A Vi2 (tensione di uscita al secondo transistor)

(Il segno negativo indica l'inversione operata dai transistor).

 Avendo ipotizzato tensioni diverse ai due ingressi ed essendo il fattore di amplificazione uguale per i due transistor (essendo essi uguali), avremo:

VA1 ¹ VA2

All'uscita quindi avremo: VA12 = VA1 - VA2

 che, fatte le sostituzioni diventa: VA12 = (-A *Vi1) - (-A * Vi2)

 e quindi: VA12 = - A * (Vi1 - Vi2)

 che possiamo scrivere: VA12 = - A * VD.

Quindi possiamo affermare che la differenza tra le tensioni di ingresso VD compare amplificata "A" volte all'uscita del circuito.

Tale uscita viene per questo denominata uscita differenziale ed il circuito " AMPLIFICATORE DIFFERENZIALE ".

 L'Amplificatore Differenziale rappresenta il primo stadio dell'Ampl.Op., per cui il segnale presente all'uscita differenziale, viene amplificato dallo stadio intermedio e dallo stadio d'uscita.

 I vari stadi dell'Ampl.Op., sono accoppiati direttamente perciò possono amplificare segnali che vanno dalla continua ( f= 0) fino ad un valore limite che come si diceva prima dipende dal guadagno.

Sopra è segnato il diagramma di Bode del guadagno di un amplificatore operazionale reale alle varie frequenze.

Il tratto di caratteristica tra i punti MNS si riferisce al guadagno ad anello aperto (A), mentre quello tra i punti LPS è relativo al guadagno ad anello chiuso, cioè con controreazione. (Si noti come la banda passante si allarga).

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